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 Brescia - Una svolta importante nella vicenda fiscale che ha travolto il Brescia nella stagione 2024/2025. La Corte di Giustizia tributaria di primo grado di Brescia ha disposto la sospensione delle cartelle esattoriali emesse nei confronti di Massimo Cellino, relative all'utilizzo di crediti d'imposta risultati inesistenti per il pagamento degli stipendi di parte dello scorso campionato. Una vicenda che, come noto, ha portato alla penalizzazione in classifica, alla retrocessione in Serie C e, successivamente, alla mancata iscrizione al nuovo campionato.

Secondo quanto riportato dal Giornale di Brescia, il Brescia, assistito dallo Studio Tonucci & Partners con gli avvocati Giorgio Altieri e Valentina Guzzanti, aveva impugnato l'atto di recupero relativo al disconoscimento del credito Iva e alla conseguente irrogazione di sanzioni per asserito credito inesistente, maggiorate per il ruolo originariamente attribuito dal Fisco al club come corresponsabile della frode.

La Corte ha accolto integralmente l'istanza di sospensione, ritenendo «ragionevolmente fondato anche il fumus e dunque la tesi difensiva sulla buona fede del club».

A commentare la notizia è stato Valerio Antonini, presidente del Trapani, che sul suo profilo social ha condiviso l'articolo esprimendo piena solidarietà a Cellino. Antonini, che ha vissuto una situazione analoga con il suo club per l'utilizzo di crediti dalla stessa società terza (il Gruppo Alfieri), ha scritto testualmente:

"Il dado oramai è tratto, non si torna indietro. Sono vicino a Massimo per l’enorme ingiustizia che ha subito. Che ci accomuna, in un Paese giustizialista che non legge ma condanna fuori dalle aule. Ora si tratta solo di quando ma avremo la ragione in tutto e i danni che pagheranno saranno incalcolabili. Stay tuned".

La decisione della Corte tributaria rappresenta un primo passo positivo per la tesi difensiva del Brescia e di Cellino, che hanno sempre sostenuto di essere stati vittime di una truffa. Resta da capire quali saranno gli effetti complessivi sul piano fiscale e sulle eventuali richieste di risarcimento danni. La vicenda, che ha avuto ripercussioni drammatiche sul calcio professionistico italiano, continua a tenere banco. V.Debbia

 

 

 

 

 

 

 

 

Verona - Partita dai due volti per la Virtus Verona sabato contro il Lumezzane, terminata 0-0. Paradossalmente la squadra veneta ha giocato meglio e con più soluzioni quando i valgobbini erano in undici (al 47' c'è stata l'espulsione di Gallea), costruendo anche tre-quattro occasioni nitide dove il portiere è stato bravissimo. Poi, quando loro si sono chiusi dopo l’espulsione, la squadra di Fresco ha avuto più difficoltà: "Sì, dal campo ho avuto la stessa percezione - ha spiegato in sala stampa il mediano Christian Gatti. - Il primo tempo è stato ottimo: abbiamo giocato bene, creato tre-quattro palle gol chiare. Nel secondo è fisiologico che, rimanendo in dieci, si chiudessero e noi facessimo più fatica. Forse è mancata un po’ di fantasia e lucidità negli ultimi metri: su qualche giocata potevamo fare meglio. E magari anche un pizzico di cattiveria in più".

Si chiude il girone d’andata a 18 punti: c’è questo contrasto tra la sensazione di non aver raccolto tutto quello che si meritava e una progressione oggettiva nell’ultimo periodo, sia nei punti che nelle prestazioni e nella solidità, infatti la Virtus ha chiuso in serie positiva da cinque turni. "Nell’ultimo periodo, come dicono i risultati, siamo in ripresa. Abbiamo ritrovato certezze che magari erano mancate prima e stiamo riscoprendo il nostro modo di giocare: più spensierati, più sereni, senza guardare troppo la classifica. I risultati ci hanno dato questa consapevolezza. Chiudiamo a 18 punti, che potevano essere 20, ma c’è tutto un girone di ritorno da giocare. Ci auguriamo di ripeterlo come quello dell’anno scorso".

La Virtus è spesso stata all’altezza contro le squadre di alta classifica. Invece, negli scontri con formazioni che sporcano la partita, aspettano basse e non fanno giocare a calcio, quest’anno è stato un po’ il tallone d’Achille: "È lì la svolta che cerchiamo. Nel girone d’andata contro le squadre che lottano per vincere abbiamo fatto molto bene. Probabilmente andiamo in difficoltà quando ci vengono a prendere alto, ci pressano forte e non ci fanno giocare. In quelle partite perdiamo un po’ noi stessi. Dobbiamo essere bravi a non farci sorprendere: sanno come prepararle e noi dobbiamo trasformare quella situazione in un punto di forza, sfruttando anche la minima occasione per fare gol".

V.Gatti

 

 

 

 

 

 

 Lecco - Aniello Aliberti, presidente del Lecco, ha invitato la stampa ad un incontro per tracciare un bilancio di fine anno, che coincide con la chiusura del girone di andata della prima squadra: "Sono contento, anzi molto contento. Tirando le somme, i risultati ottenuti sono andati ben oltre qualsiasi aspettativa. Ho fatto preparare alcuni dati per rendere l'idea. Partiamo dai giocatori acquisiti all'inizio della stagione: personalmente, sono soddisfatto e non ho visto alcun calciatore che mi abbia deluso o che abbia reso meno di quanto ci aspettassimo. Il team che ha composto la squadra è formato da mio figlio, che in qualche modo conosce tutti i calciatori dai 12 ai 35 anni, da Minadeo, da mio fratello e dal mister Valente. Alcuni nomi sono stati segnalati proprio da lui e li abbiamo portati qui anche grazie al suo intervento. Io avevo posto una condizione chiara: pur non essendo un esperto di calcio, ho vissuto da vicino il disastro della stagione scorsa, soprattutto nella prima parte. A mio avviso, per la Serie C servono giovani, gente con forza e voglia di correre. Mettere un fuoriclasse davanti alla porta che segna e basta non funziona: d eve andare avanti e indietro come gli altri, recuperare palloni. Serve un'aggressione continua. Così ho chiesto al team di portarmi giovani validi.Obiettivo raggiunto: abbiamo un'età media di 24 anni, ma qualche "anziano" è fondamentale. Avete visto ieri cosa ha fatto il nostro giocatore più esperto: quando entrano, sanno esattamente cosa fare e ci aiutano tantissimo. Altro aspetto per me cruciale è lo spogliatoio che si è creato: c'è un rapporto straordinario tra i calciatori. Immagino solo lontanamente le guerre interne emerse dopo la scorsa stagione. Oggi questo non accade affatto: tutti accettano di giocare, di stare in panchina o di subentrare. Mi entusiasma anche l'inserimento continuo dei giovani dalla Primavera, che si allenano stabilmente con la prima squadra e debuttano: è una cosa che mi riempie di gioia.
Veniamo alle statistiche: negli ultimi 30 anni è la prima volta che il Lecco ha 37 punti dopo 19 partite, al secondo posto. Non me lo sarei mai immaginato, nemmeno augurandomi il meglio. 11 gol subiti: miglior difesa del girone dopo Vicenza e Brescia.
Parliamo anche della Primavera: all'inizio del campionato i ragazzi erano preoccupati passando dalla Primavera 3 alla 2, contro squadre come Udinese e Como. Ho detto loro di divertirsi, di fare ciò che sanno senza pressione. Oggi sono secondi in classifica, a tre punti dal Como (27 contro 24). Merito anche di chi ha preparato questi dati. Seguo gli allenamenti: vedo ragazzi che si impegnano, che hanno voglia di giocare. Onore al mister, davvero bravo.
Nel settore giovanile Under 17 e Under 16 sono prime, le femminili Under 17, 15 e 13 sono in zona alta, l'attività di base Under 13 è quarta in un girone con Inter, Atalanta, Cremonese, Mantova. Bacini enormi, ma i nostri ragazzi tengono testa e si divertono: è ciò che mi piace di più.
Sul piano commerciale, +20% di sponsor: significa che abbiamo lavorato bene, tutto lo staff, marketing compreso. Molti contratti sono stati chiusi prima dell'inizio del campionato o dopo poche giornate, quindi è fiducia nel nostro progetto di sostenibilità.
Dopo questi risultati, non posso che essere felice. Non me li aspettavo, li auguravo ma non fino a questo punto.
Un altro evento storico, oltre i 30 anni dal secondo posto, potrebbe essere la cabina elettrica: un'idea che sembrava folle, metterla in container per accelerare i tempi. Con il supporto del Comune, a giorni dovrebbe arrivare l'installazione e potremo spegnere quel generatore a gasolio che per 5-6 ore a partita proprio non sopportavo. Speriamo di continuare così. L'obiettivo restano i playoff: incrociamo le dita e vediamo cosa succederà
".

L'opinione comune è che serva un puntello in attacco. Valente si trincera dietro no comment: "È una domanda che mi fanno spesso anche i tifosi. Intanto, da un mese Minadeo, mio fratello e mio figlio sono attivi sul mercato. Però siamo legati a chi resta e chi eventualmente va via. Oggi la rosa è piena, pienissima. Il problema nasce solo se qualcuno decide di cambiare squadra: lì si libera un posto. L'anno scorso abbiamo fatto qualche acrobazia per tenere certi giocatori. Se qualcuno va via, non indeboliremo certamente la squadra: anzi, ne approfitteremo per rinforzarla. Il mister Valente dice che così com'è gli va bene. Avete visto ieri: quando la palla non vuole entrare, non entra. Succede a tutti. Stiamo comunque preparando nomi validi, ma aspettiamo cosa succede nelle nostre file. Prendere uno o due giocatori mandando fuori rosa gli attuali senza motivo non è l'obiettivo. Il mister è soddisfatto della squadra. Siamo noi, presi dall'entusiasmo e dalla posizione in classifica, a pensare che – se serve uno sforzo economico per fare da protagonisti – vada fatto. È come non mettere la ciliegina su una torta già buona".

Il campo è una criticità nota: dopo la cabina, con la nuova convenzione in arrivo, può essere argomento di discussione col Comune? "È un problema serio. Ci era stato detto che il campo, rifatto 7-8 anni fa, avrebbe retto ancora un paio d'anni. Noi abbiamo già fatto tutto il possibile: prima dell'estate forature, invaso ecc. Ma è un problema strutturale di drenaggio. Con umidità e pioggia, l'invaso trattiene l'acqua. Il mister lo vede come problema importante: si scivola, e per il nostro gioco aggressivo in casa è peggio. Il Comune è stato disponibile su cabina e convenzione, ma i tempi burocratici sono lunghi. Anche partendo a gennaio, bando, assegnazione… il campo si può rifare solo a luglio. Sto cercando soluzioni alternative per arrivare a luglio prossimo con un campo nuovo. L'inverno lo rende un disastro: è un peccato mortale perdere grinta per il terreno. Valuto opzioni con fornitori e le proporrò al Comune. Oggi non posso chiedere l'impossibile burocraticamente, ma se trovo una via la percorreremo".

Sul mercato: "Nessuno ha chiesto di essere ceduto. È sintomo di salute del gruppo. Arrivano telefonate, ma per incedibili: riattacchiamo. Magari qualcuno, tramite procuratore, sta sondando, ma a noi non è arrivata alcuna richiesta. Minadeo gestisce questi rapporti: è probabile stia parlando con qualcuno. Abbiamo contattato tre figure che potrebbero subentrare, quindi qualcosa potrebbe muoversi dopo il 6-7 gennaio".

Sullo stadio: a inizio mese la presentazione con gli architetti. "Se si rifà il campo a luglio, sintetico o erba? E si può intavolare un dialogo per un nuovo Rigamonti-Ceppi? L'idea del nuovo stadio è partita da Paolo Valassi, su mandato dell'ex presidente Di Nunno. Ho rinnovato il mandato a Valassi, ma è un'operazione sua che supporterebbe il Lecco se ci saranno condizioni. È un progetto ambizioso: 18-19 milioni. Sognare va bene, ma i soldi sono tanti. Se si trovano finanziatori interessati agli spazi commerciali, ben venga. Ma tempi burocratici, acquisizione proprietà… parliamo di 4-5 anni se tutto fila liscio. Il problema urgente è il campo, non uno stadio nuovo. La cabina era un problema da anni e l'abbiamo risolto. Il campo lo sarà fra tre mesi. Qualsiasi miglioramento va bene, anche per step, ma priorità assoluta è il terreno. Noi sosteniamo le spese per interventi brevi, poi chiederemo aiuto al Comune per cifre ragionevoli. Il progetto è bellissimo, ma dobbiamo risolvere l'emergenza. Per il campo nuovo: sintetico. In erba non regge più, va rifatto completamente. Abbiamo già aggiunto tubi drenanti esterni quest'estate. Il danno grosso risale a anni fa: un trattore spazzaneve entrato in campo ha deformato tutto creando avvallamenti".

Si parla ogni due settimane di possibili ingressi: "Non è una trattativa semplice. Rispondiamo a tutte le richieste, apriamo i libri: massima trasparenza. Non sono emersi scheletri nell'armadio. L'indecisione dipende da chi deve investire: valutazioni, importi, quote. Serve tempo. Pensavamo di chiudere con uno, ma ci sono stati ripensamenti. Andiamo avanti: i bilanci sono chiari, non chiedo business sulla squadra che va bene. Mi interessa un partner che entri e dia una mano, come dico dal primo giorno".

V.Debbia

 

 

 

 

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